domenica 23 febbraio 2014

Ero Maddalena di Cinzia Demi - Recensione di Dante Maffia



Cinzia Demi è un vulcano però capace a volte di rendersi quasi invisibile, di filtrare l’irruenza attraverso note sottili scandite con leggerezza, con graffi apparentemente impercettibili e che poi invece lasciano il segno, un segno scomodo quanto la materia trattata.

Certo, ci vuole coraggio nell’affrontare un argomento visitato e rivisitato nei secoli a piene mani da autori di ogni genere e da pittori famosi: il peso iconografico è notevole, ma Cinzia è andata avanti senza scomporsi, senza badare a ciò che la figura di Maddalena è stata nell’immaginario comune. Ed ecco Ero Maddalena, poemetto che ritrae un mondo finalmente fuori dai canoni, che ricrea una figura lontana nel tempo ma così attuale nella psicologia, nei gesti, nelle parole, nel suo essere donna.


La Prefazione di Gabriella Sica e la Postfazione di Rosa Elisa Giangoia hanno tracciato il senso di un mutamento con precisione. Maddalena è innanzi tutto “una donna che nel buio della notte vede la luce”. Da qui il rovello della poetessa per rendere efficacemente la condizione di chi da peccato deve transitare nella resurrezione.

Comunque non c’è nulla di chiesastico in questo libro che si muove scintillante e arioso, con versi che, pur nella dizione della brevità, hanno sapore di teatro:

“chiamarmi Maria Maria
ma io non ci credevo
neanche ci pensavo

il vortice di luce
era così eterno e vero
eutanasia d’ogni ragione”.

Un piccolo esempio di come Cinzia Demi fa muovere Maddalena il cui dramma non resta legato alla sua persona ma si libera vero l’universo per far conoscere a tutti che si può far cambiare la rotta ai venti.


Libro godibile e al tempo stesso contundente, ricco di fermenti, di istanze nuove, di quel lievito che sa dare alle parole i sussurri del misterioso viaggio verso la rifondazione dell’essere.

Dante Maffia




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